Spazio H. Christian Andersen

Tale intervento si svolge con l’impiego di metodologie didattiche partecipative e di strategie psicoeducative presso le scuole o la sede dell’ Associazione.

Le difficoltà di apprendimento in ambito scolastico determinano uno scarso rendimento, che porta a catene di insuccessi prolungati, che inevitabilmente compromettono l’immagine di sé e l’autostima del soggetto. La mancanza di fiducia nelle proprie possibilità determina quindi un disagio psicologico che può portare facilmente alla timidezza, alla fobia sociale, alla depressione.

Leggere, scrivere e fare i conti è l’attività che maggiormente impegna i nostri bambini e ragazzi da quando iniziano la scuola. Leggere e scrivere consistono nel trasformare i segni in suoni e viceversa, fare i conti significa invece manipolare le quantità; nei primi anni di scuola i bambini imparano proprio a fare questi che sono atti semplici, alla base di tutti gli apprendimenti scolastici successivi. Leggere, scrivere e fare i conti sono atti semplici a patto però, che divengano automatici, ovvero che siano eseguiti velocemente e correttamente con un impegno di concentrazione minimo.

Ma se questo non accade, chi compie queste operazioni è costretto a utilizzare costantemente enormi quantità di energia, finendo per stancarsi rapidamente, commettendo sempre “troppi” errori e rimanendo spesso indietro nell’apprendimento rispetto ai compagni.
I sintomi della dislessia portano numerose conseguenze:

  • Difficoltà di lettura e di scrittura
  • Difficoltà di comprensione linguistica nella lettura
  • Difficoltà di organizzazione personale
  • Difficoltà di memoria e concentrazione
  • Difficoltà di organizzare i pensieri in modo chiaro
  • Scarsa immagine di sé

Questo è ciò che accade agli studenti con D.S.A. (disturbo specifico dell’apprendimento). I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono dei disturbi evolutivi che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di lettura, scrittura e calcolo. I soggetti con dislessia evolutiva in Italia sono, seguendo le stime più prudenti, sono almeno 1.500.000, circa il 3-4% della popolazione scolastica. Gran parte di questi hanno avuto una carriera scolastica costellata di insuccessi, con abbandoni precoci e con conseguenze sociali e professionali a volte molto pesanti.

I D.S.A. sono DISLESSIA, DISGRAFIA, DISORTOGRAFIA e DISCALCULIA.

I D.S.A. sono disturbi a carattere neurobiologico ed evolutivo, sono quindi legati all’architettura cerebrale. Per tale motivo, non sono condizioni che col tempo e con la maturazione tendono a risolversi “da sole”, l’acquisizione delle competenze richieste di lettura, scrittura e calcolo, pur modificandosi nel tempo, non raggiunge quasi mai i livelli attesi per età e scolarizzazione.
Dal 2010 esiste in Italia la legge 170/2010 che riconosce dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, tale legge e la normativa ad essa collegata garantiscono e tutelano il diritto allo studio degli studenti con D.S.A..

La stessa legge, che garantisce e tutela il diritto allo studio degli studenti con D.S.A., è ispiratrice della normativa riguardante gli studenti con B.E.S.; Viene identificato un alunno con B.E.S. quando per apprendere ha bisogno di una didattica individualizzata e personalizzata.

Il MIUR ha identificato tre sotto-categorie di alunni conB.E.S.:

alunni con disabilità, per il cui riconoscimento è necessaria la presentazione della certificazione ai sensi della legge 104/92;
alunni con disturbi evolutivi specifici, tra cui si inseriscono:
• D.S.A. – disturbi specifici dell’apprendimento (per il cui riconoscimento è necessario presentare la diagnosi di D.S.A. ai sensi della legge 170/2010);
• deficit di linguaggio;
• deficit delle abilità non verbali;
• deficit della coordinazione motoria;
• ADHD – deficit di attenzione e di iperattività;
alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.

SPAZIO ANDERSEN è un SERVIZIO GRATUITO.

Hans Christian Andersen nonostante un’ infanzia difficile, dove faticava ad apprendere non riuscendo né a leggere né a scrivere, divenne famoso per le sue favole dove spesso si tratta la maturazione del tema del “diverso” che lotta per essere accettato. I sofisticati insegnamenti morali delle sue favole, destinate al pubblico dei più piccoli e rivolte, invece, anche agli adulti, esprimono mirabilmente le emozioni più sottili e le idee più fini passando senza difficoltà dalla poesia all’ironia, dalla farsa alla tragedia, dal quotidiano al meraviglioso.

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